2015 - Serata teatrale "E' il mio cuore il paese più straziato"

PERCHE’ GLI ALPINI A TEATRO
Storia di tre alpini fuori di testa. (di Dino F. Venerus)

Era l’estate del 2015, e da tempo avevo in mente di programmare qualcosa come gruppo alpini per celebrare i cento anni dalla fine della Grande Guerra.
Non mi interessava parlare di celebrazioni, eroi, vittorie, sconfitte ecc.. ma trattare la sofferenza delle persone che hanno sofferto soprattutto lontano dal fronte.
Passando davanti una libreria di Cortina D’Ampezzo, ho visto esposto un libro di Antonella Fornari di Pieve di Cadore, dal titolo “le donne e la prima guerra mondiale” .
Da li l’idea di una serata per celebrare il centenario dalla fine della Grande Guerra.
Come fare per attuarla? ne saremmo stati capaci?
Ed è da questa idea visionaria che ho contattato Angelo Favret, classe 1942, ex insegnate e nostro socio alpino, ho contattato Aldo Polesel, altro nostro socio classe 1955 , scrittore e cultore della lingua locale e da questo incontro si è piano piano sviluppata l’idea .
Abbiamo contattato gli amici Roberto Camata e Nadia Zanin del Midway Chorus che  masticavano bene la materia dello spettacolo.
Ho steso una prima bozza di sceneggiatura da cui è partito un lavoro collettivo corposo che ci ha impegnato serate su serate e non solo, ma la gratificazione è stata tanta.
Sono stati letti versi di poeti che la guerra l'hanno vissuta direttamente come Berthold Brecht  e Giuseppe Ungaretti ed è' infatti un verso di una poesia di quest’ultimo che dà il titolo allo spettacolo:  “1915- 1918 è il mio cuore il paese più straziato” .Si sono trattati anche i racconti dai libri di  Antonella Fornari che sono stati la colonna portante dello spettacolo così come le parti del diario inedito del sottotenente Attilio Barbacetto da Paluzza che ha combattuto su più  fronti ,
Si sono anche ricordate le vicende di Cordenons durante l'occupazione seguita a Caporetto.
Da una idea visionaria di tre alpini del gruppo siamo riusciti a mettere in scena una gran bella cosa il cui significato può essere riassunto nella presentazione dello spettacolo avvenuta all’Aldo Moro di Cordenons il 28 novembre 2015 e replicata il 3.12.2018 in occasione delle celebrazioni di chiusura.


“Buonasera e grazie di essere qui
Questa serata è stata voluta e curata dal Gruppo Alpini di Cordenons in collaborazione con molti altri amici (che nominerò e ringrazierò più avanti) per un momento che mi piace  definire di riflessione , più che di celebrazione o spettacolo intesi nel senso tradizionale del termine.
  Protagonisti della serata saranno i canti, i versi, i racconti.
Storie dalla montagna, storie dal Carso, storie da Cordenons
Storie e versi che possiamo definire universali letti con un solo obbiettivo: affinché la memoria abbia un futuro.
 Qualcuno si chiederà perché noi alpini facciamo anche questo , oltre alle  le tante iniziative di solidarietà, protezione civile, ecc.. e le memorabili adunate….
Noi facciamo questo perché , per rendere viva la memoria, che fa parte  dei nostri compiti statutari, riteniamo che il solo gesto celebrativo a volte non sia sufficiente senza una adeguata riflessione sui fatti della storia.
Deporre infatti una corona di fiori al monumento è uno dei gesti più nobili e solenni che io e credo voi , riusciamo ad immaginare ..
Ma  ricordare anche cosa accadde lontano  dalla trincea,  le sofferenze  di coloro che  hanno visto figli, mariti fratelli e padri partire, sperare nel loro ritorno e, troppo spesso,  non vederli  ritornare ,non è gesto meno nobile ne meno solenne
e  ci aiuta a capire meglio  e ad estendere il significato di  gesto eroico e di eroe.”