2002 - Costruzione Glesiut Santa Fosca

Per iniziativa del Gruppo Alpini di Cordenons è stato costruito un capitello nei luoghi in cui un tempo sorgeva la chiesetta dedicata a Santa Fosca e da cui prese il nome la località.
2002-  Il “Glesiut” rinasce

Per iniziativa del Gruppo Alpini di Cordenons è stato costruito un capitello nei luoghi in cui un tempo sorgeva la chiesetta dedicata a Santa Fosca e da cui prese il nome la località. Il ricordo dell’antica struttura “Glesiut” per l’appunto è ancora viva nella memoria di molti cordenonesi e non era raro vedere perfino su quelle che erano le vecchie macerie, dei lumini accesi. Oggi l’accensione dei lumini è una tradizione ripresa appieno sul nuovo manufatto votivo. L’iniziativa è stata curata in seno al Gruppo Alpini dal socio Venerus Dino Franco che ne ha redatto il progetto. “ Abbiamo pensato ad una struttura che celebrasse il passato senza copiarlo, da qui l’utilizzo del sasso per la piccola costruzione dalla forma certamente moderna. I lavori sono iniziati a marzo del 2002 e terminati a giugno, menzione particolare va al proprietario del terreno Sig. Zancai Antonio, che non solo ha messo a disposizione un angolo della proprietà ma si è dichiarato addirittura entusiasta dell’iniziativa”
Le spese per la costruzione sono state  sostenute interamente dal Gruppo Alpini.

Discorso di saluto fatto dal capogruppo alla cerimonia commemorativa al glesiut. 27 sett. 2015
(da :”La guerra che verrà- di Bertolt Brecht” appunto da riportare)
“La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima c'erano dei vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente, ugualmente. “ Ho voluto cominciare con questa citazione di Bertolt Brecht per due motivi Il primo è perché  cominciare o finire un discorso con una citazione si fa sempre bella figura.
Il secondo è perché nell'anno del centenario dell'entrata in guerra dell'Italia nella Guerra 15-18.-questo annuale appuntamento di commemorazione dei nostri alpini morti in tempo di guerra e di pace assume un particolare rilievo Il compito di custodi della memoria che abbiamo noi Alpini, così come le altre Associazioni d'arma, ci porta a pensare  a quegli eventi con sentimenti di monito, di pietà , di speranza che non debba più accadere. Pensare  più che ai gesti eroici che pure ci sono stati, alle condizioni in cui sono morti milioni di soldati e di povera gente. E farlo con le parole di un grande letterato ci è sembrata cosa opportuna.
Voglio spendere due parole anche nei confronti di questa comunità che sempre ci accoglie bene, E quando in una comunità  c'è condivisione di ideali e valori , C'è  Appartenenza - Appartenenza , parola importante che credo sia anche la più appropriata fra quelle che possano meglio inquadrare una comunità, una Associazione ed anche il  volontariato in senso lato, cosa tanto cara anche a don Alessandro che, come accennava pocanzi, non più tardi di domenica scorsa ha indetto la prima giornata del volontariato…. L’Appartenenza può avere molte anime e può essere sentita : come  status symbol ,   come legame e quindi come valore, come identità ,
come coinvolgimento. La crisi dei valori e delle appartenenze e riconosciuta oggi come una carenza alla partecipazione in senso lato. Qualcuno ha detto.
L'appartenenza non è un insieme casuale di persone Non è il consenso ad una apparente aggregazione, l'Appartenenza è avere l'altro dentro di se Voi , gente di  Villadarco, ci dimostrate di aver capito quanto siano vere queste parole e noi alpini cerchiamo di fare altrettanto e spesso ci riusciamo.
Non le ha dette un grande filosofo, o un grande statista, Sono Parole di uno altrettanto grande che si chiamava Giorgio Gaber . Due citazioni in un discorso sono troppe e mi congedo ringraziandovi dell'accoglienza  e ringrazio i presenti. Tutte le autorità i gagliardetti presenti degli altri gruppi, il celebrante , il coro ….